Salute Mentale in Spagna: abuso di Psicofarmaci e le lacune del Sistema Sanitario Pubblico

In Spagna, il consumo di psicofarmaci è in forte aumento, ma le risorse pubbliche per la salute mentale sono limitate. La facilità con cui vengono prescritti i farmaci e le lunghe liste d’attesa per le consulenze psicologiche creano disuguaglianze, penalizzando chi non può permettersi cure private.
España
21 Ottobre 2024

Negli ultimi anni, la questione della salute mentale in Spagna è diventata centrale. Tuttavia, nonostante l’attenzione mediatica e politica, la realtà mostra un quadro preoccupante. Il consumo di psicofarmaci è in forte aumento, ma le risorse pubbliche per affrontare questo problema sono limitate.

Secondo i dati del Ministero della Salute, il consumo di psicofarmaci in Spagna è cresciuto del 30% negli ultimi cinque anni, con un forte incremento dopo la pandemia. In particolare, l’uso di benzodiazepine è salito a 91 dosi ogni 1000 abitanti al giorno nel 2024. Questo posiziona la Spagna tra i paesi europei con il maggior consumo di questi farmaci. Si tratta di numeri allarmanti che riflettono una dipendenza crescente da antidepressivi, ansiolitici e tranquillanti.

A mio avviso, l’abuso di psicofarmaci è legato anche alla facilità con cui vengono prescritti. I medici di base, spesso sovraccarichi, tendono a scegliere soluzioni rapide come antidepressivi o tranquillanti. Il 25% dei farmaci prescritti non viene monitorato adeguatamente, il che porta a un uso prolungato non supervisionato. Questo è un dato preoccupante perché molti pazienti finiscono per sviluppare dipendenze senza ricevere il supporto necessario per interrompere il trattamento.

A peggiorare la situazione ci sono le lunghe liste d’attesa per una consulenza psicologica o psichiatrica nel sistema sanitario pubblico. In alcune regioni, attendere una visita può richiedere fino a sei mesi. Di fronte a questo scenario, molti pazienti si vedono costretti a cercare aiuto presso specialisti privati, creando disuguaglianze per chi non può permettersi questi trattamenti.

Secondo i dati più recenti, circa il 13% della popolazione spagnola fa uso regolare di psicofarmaci. Questo rappresenta un aumento del 4% rispetto al 2022. L’uso di benzodiazepine, in particolare, ha subito un’impennata, rendendo la Spagna uno dei paesi europei con il maggior consumo di questi farmaci, subito dopo il Portogallo e la Francia. Le donne sono particolarmente colpite da questa tendenza: il 66% delle utilizzatrici di psicofarmaci sono donne, spesso a causa di situazioni di stress e ansia legate alla vita quotidiana e lavorativa.

Nonostante si parli molto del tema della salute mentale, le risorse pubbliche restano insufficienti. In Spagna, la spesa sanitaria per la salute mentale rappresenta solo il 5% del totale del budget sanitario, una percentuale inferiore rispetto alla media europea del 7%. Questa disparità si riflette nelle difficoltà che i pazienti incontrano nel cercare assistenza. In molte regioni, ottenere un appuntamento con uno specialista del sistema sanitario può richiedere mesi. Il 40% dei pazienti con disturbi mentali gravi non riceve alcun tipo di trattamento specialistico, aggravando ulteriormente la situazione.

Il governo ha recentemente lanciato una campagna per limitare la prescrizione eccessiva di psicofarmaci. Si mira a ridurre l’uso di benzodiazepine, che causano dipendenza, e incoraggiare pratiche di monitoraggio più rigorose. Tuttavia, queste misure non saranno sufficienti senza un maggiore investimento nelle risorse sanitarie pubbliche. Il Ministero della Salute ha promesso di incrementare il numero di professionisti della salute mentale, ma al momento si registra una carenza di circa 2.000 psicologi e psichiatri a livello nazionale.

Credo fermamente che la salute mentale debba essere una priorità nazionale, con azioni concrete e non solo proclami elettorali. Servono maggiori risorse per garantire un accesso equo alle cure. Senza questi cambiamenti, le disuguaglianze nel sistema sanitario e l’abuso di psicofarmaci continueranno a crescere.

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