La legge sull’eutanasia in Spagna: un passo avanti tra luci e ombre

La Spagna ha legalizzato l’eutanasia, diventando uno dei pochi paesi al mondo a offrire questa scelta ai malati terminali. In questo articolo esploriamo come funziona la legge, le critiche che ha suscitato, e il dibattito sui diritti umani e la dignità nella morte.
España
15 Ottobre 2024

La Spagna, una nazione spesso all’avanguardia sui diritti civili, ha legalizzato nel 2021 l’eutanasia, diventando uno dei pochi paesi al mondo a permettere questa pratica. Questo progresso è stato accolto con speranza da molte famiglie che vivono situazioni di grande sofferenza. Ancora una volta, la Spagna dimostra di essere anni luce più avanti rispetto all’Italia e a molti paesi d’Europa, affrontando con coraggio questioni sociali complesse e delicate. In questo altro post, per esempio, trovi un approfondimento su un ulteriore esempio di politiche sociali antitetiche rispetto all’Italia:  il congedo di paternità e maternità.

Ma torniamo alla legge sull’eutanasia. Nel 2023, 323 persone hanno usufruito di questo diritto, un 12% in più rispetto all’anno precedente. Tuttavia, uno dei problemi riscontrati è la disparità regionale nell’accesso a questo servizio: alcune comunità autonome sono più pronte ad applicare la legge rispetto ad altre, creando un’ineguaglianza che merita attenzione

Naturalmente, una legge di questo tipo non è esente da critiche. Alcuni temono che la legalizzazione dell’eutanasia possa portare ad abusi, specialmente nei confronti delle persone più vulnerabili, come gli anziani o i disabili. Altri sostengono che si rischi di mettere troppa pressione su chi soffre di malattie gravi, portandoli a scegliere la morte assistita per non essere un peso per i propri cari. Inoltre, c’è chi propone che migliorare le cure palliative sarebbe un’alternativa più etica, offrendo sollievo senza dover accelerare la fine della vita​​.

Queste critiche, in parte comprensibili, non tolgono valore al grande passo avanti che rappresenta questa legge. Certo, ci sono ancora aspetti da migliorare, come il problema dei tempi burocratici. Attualmente, i pazienti devono attendere in media 75 giorni per ricevere l’approvazione, il doppio di quanto previsto dalla legge​. Un ritardo inaccettabile per chi vive nella sofferenza, e che evidenzia come il sistema debba essere reso più efficiente e sensibile ai bisogni di chi ne fa richiesta.

Detto questo, credo che la legge sull’eutanasia rappresenti un punto di partenza significativo. Anche se migliorabile, offre una possibilità concreta a chi, fino a poco tempo fa, non aveva alcuna scelta. La dignità nella morte è una questione di diritti umani fondamentali, e questa legge ha il merito di riconoscere e garantire un diritto che, dal mio punto di vista, non dovrebbe mai essere negato.

A livello internazionale, solo pochi paesi hanno regolamentato l’eutanasia. Tra questi, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Canada e Nuova Zelanda sono i più noti, mentre in Svizzera non è legale la eutanasia attiva diretta, ma si permette il suicidio assistito a condizione che non sia per motivi egoistici​. Ciascuno di questi paesi ha sviluppato un quadro giuridico che, pur con le sue varianti, mira a garantire la libertà individuale di decidere sulla propria vita.

In conclusione, credo che la legalizzazione dell’eutanasia in Spagna rappresenti un importante progresso sociale. Pur riconoscendo le critiche e i margini di miglioramento, sono convinto che questa legge offra una risposta concreta a chi soffre e voglia scegliere come porre fine alla propria vita. Un modello che altri paesi dovrebbero prendere in considerazione per garantire i diritti umani in questo delicato ambito.

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